Bra
USA:
altra annata non memorabile, a mio modestissimo giudizio, ma con diverse eccezioni degne di nota. Comincio dai Cannibal Ox e il loro "Blade Of The Ronin", probabilmente il disco statunitense che ho ascoltato di più: prova positiva per Vast e Vordul, scenari distopici come da programma e simmetrie molto precise, anche grazie al buon lavoro svolto da Bill Cosmiq; tramontata l'era dei classici (e questo è un fatto!), tocca accontentarsi degli ottimi dischi e il loro lo è. Con "Imani Vol. 1" anche i Blackalicious sorprendono per l'energia ritrovata: groove a catinelle, Rap di eccellente qualità e una positività di fondo che rinfranca. Se lo standard è questo, c'è da aspettare con impazienza la conclusione della trilogia. Manca il terzo titolo, che in barba a qualsiasi regola spacchetto in ulteriori tre uscite assolutamente da ascoltare: "B4.DA.$$" di Joey Bada$$ per il talento cristallino del giovane rapper, "Breakfast At Banksy's" di Semi Hendrix (Ras Kass e Jack Splash) per l'assoluta originalità dell'inedito duo, "You Disgust Me" dei Gangrene per la pazzia che gli scorre nelle vene - e no, forse non è solo pazzia...

Mistadave
Ragionare sul 2015 mi ha portato ad un'unica conclusione: l'Hip-Hop underground americano ha sviluppato una pericolosa tendenza allo stagnamento, ma quel poco che è riuscito a distinguersi vi è riuscito alla grande. Nella mia top 3 personale che riguarda i miei cari Stati Uniti, al primo posto metto i Cannibal Ox e il loro "Blade Of The Ronin", Vast Aire e Vordul Mega hanno mollato un colpaccio dopo lunghissimi anni di attesa per un evento su cui avevamo perso le speranze, sfoderando un disco dal suono futuristico e compatto grazie all'ottimo operato di Bill Cosmiq, bravissimo a procurare esattamente il tipo di beat necessari al successo di questa graditissima reunion, cucendo le sue produzioni con perfetta misura sugli stili differenti di questi due visionari mc's. Il secondo posto lo ottiene L'Orange, accompagnato da Jeremiah Jae in un nuovo passo importante della sua crescita artistica, "The Night Took Us In Like Family", un concept album in grado di rapire l'ascoltatore creandogli attorno un'atmosfera tinta di bianco e nero, insaporita di proibizionismo e mafia, mettendo assieme campioni come solo lui sa fare. Jeremiah Jae svolge il suo compito senza acuti particolari, ma tutto ciò che L'Orange gli mette a disposizione a livello sonoro è quanto di più paradisiaco si possa desiderare. L'ultimo gradino del podio è riservato allo zio Edo. G, autore di un eccellente disco ("Afterwords") fatto uscire per una delle nuove forze dell'Hip-Hop europeo, l'etichetta Effiscienz, un album sintetico che fonde critica, intelligenza e sensibilità di strada come solo l'asso di Roxbury sa fare, peraltro con una grande produzione firmata Streetwyze. Pochi dischi sanno colpire al cuore così direttamente. L'Hip-Hop di casa nostra non è invece tra le mie specialità, ma ciò non m'impedisce di coronare "Darkswing" di Francesco Paura come una grandissima scoperta personale, un disco che combina talento, maturità ed autenticità a un impianto sonoro all'avanguardia che non conosce compromessi, proprio come il personaggio in questione. Un lavoro di grande spessore artistico.
li9uidsnake

li9uidsnake

Lord 216
Allora, quest'anno è andata così: è uscita un bel po' di roba seria, ma in primis ci tengo a dire che ho visto i Non Phixion dal vivo. Menzione speciale. Purtroppo ci ha pure lasciato Sean Price, e ci manca.
Comunque: Semi Hendrix, "Breakfast At Banksy's" sicuramente. Bel disco che mi piace e conferma che Ras Kass, dopo una carriera... diciamo... altalenante, ha imboccato la strada giusta. Poi vediamo, sono usciti "Kinison" di Your Old Droog, il nuovo degli Czarface... ma niente di Roc Marciano... vabbè, buttiamo dentro "You Disgust Me" dei Gangrene che spacca di brutto. Ce ne fosse di roba così. Poi qui faccio mea culpa, ancora non ho sentito il disco di Pusha T, ma vi dirò che sto ascoltando "The Reject II" di Conway The Machine che è fottutamente grezzo e spacchiuso come piace a me. Comunque, terza menzione è per Ka e Preservation, "Days With Dr. Yen Lo" è devastante, in autoreverse permanente. Tra gli italiani, invece, menzione d'obbligo per "Darkswing" di Francesco Paura, disco di livello altissimo, "Kingpin" di Lil Pin (e quando lo capirete sarà un giorno speciale...) e, anche se di Rap non si tratta, "The Difference" di Alien Army frantuma le casse dello stereo. Ite, missa est. Post scriptum: non-menzione del fatto che è uscito "Coup de grâce" di Kaos. Inutile menzionarlo, ovviamente Kaos va fuori scala & categoria.
Think'd
Top 3 world: Kendrick Lamar, "To Pimp A Butterfly"
- Little Simz, "A Curious Tale Of Trials + Persons" - Ghostpoet, "Shedding Skin"; bonus: Roots Manuva, "Bleeds".
Top 3 Italia: Rancore & Dj Myke, "S.U.N.S.H.I.N.E."
- HHabitat Records, "Life is beatiful";
Go Dugong, "A love explosion".
* di parole nelle recensioni ne scriviamo già troppe, quindi per queste classifiche non ce n'è bisogno;
** molti dischi tra le top qualcosa altrui non sono stati snobbati dal sottoscritto ma
semplicemente non ascoltati.
Mr. Bushsdoc

Michele Garribba
USA: l'esiguo (per non dire inesistente) numero di album USA che ho ascoltato durante il 2015 non aiuta questa operazione, ma spero venga apprezzato l'impegno nello scegliere questi tre dischi a mio modo di vedere da top.
Kendrick Lamar, "To Pimp A Butterfly": fondamentalmente perché è Kendrick Lamar. Perché è un disco Hip-Hop che con l'Hip-Hop non c'entra poi chissà quanto, perché è di una completezza che manca alla maggior parte dei dischi che escono oggi e basta, altrimenti la facciamo veramente troppo lunga.
Action Bronson, "Mr. Wonderful":
Action Bronson è un ottimo personaggio ed un grande rapper, se a questo accostiamo che i suoi compromessi con questo mondo sono pari a zero, si denota la stima che provo nei suoi riguardi prima come essere umano che come artista in senso stretto. Il suo disco, oltre ad essere Rap di pregevole fattura, è musica; una caratteristica non sempre riscontrabile oggigiorno. E le strumentali, le strumentali...
Poi, facciamo Joey Bada$$ con "B4.DA.$$" o qualcuno si offende?
Così i ragazzini possono fare i master of Rap con della musica quanto meno plausibile - e ci sta pure J Dilla nelle produzioni che è un nome esotico da postare su Facebook.
Mi venga perdonata la selezione allegra e giovanile, adesso che ci penso devo recuperare un 122/123 dischi.
ITALIA: iniziamo con una mia supposizione partorita circa un anno fa e diventata un dato di fatto, in Italia il beatmaking sta mangiando in testa all'mcing a mani basse; esistono dischi composti da testi dove IL nulla predomina su tutto, ma i produttori non sono mai sotto livello, mai insufficienti, per quanto copino o non copino. Eviterò di inserire in questa lista dei dischi che ho già recensito altrimenti diventa troppo poco divertente compilarla: Rancore e Dj Myke, "S.U.N.S.H.I.N.E." La titletrack è semplicemente la traccia più rivoluzionaria che il Rap italiano potesse conoscere. Sembra che qualcuno si stia svegliando, sembra che qualcuno stia tentando di dare una faccia diversa alla musica Rap, lasciando un messaggio vero e, per la prima volta, positivo. Egreen, "Beats & hate". Coerenza (e monotonia). Anche da troppo tempo. MadMan, "Doppelganger". Sì, l'ho ascoltato il disco di Kaos, anche quello di Don Diegoh. Pure Paura. E Marracash. Noyz Narcos con Fritz Da cat. Fibra. Guè. Willie Peyote. Tutti. Tuttavia, continuo a pensare, dall'alto della mia ignoranza, che MadMan tecnicamente abbia pochissimi pari in Italia e quei pari non hanno fatto uscire dischi quest'anno.
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