venerdì 10 gennaio 2014

Una (banale) riflessione su Mondo Hip Hop Speciale

Chi ci segue e conosce sa che non è nostra abitudine scrivere editoriali su quella che potremmo definire l'attualità Hip-Hop, ovvero tutto ciò che, propriamente o meno, gravita attorno a questa Cultura - con sfumature spesso prossime al mero gossip. Oggi, tuttavia, mi è capitato d'incrociare la copertina di tale Mondo Hip Hop Speciale, prodotto editoriale di cui, sia chiaro, non so praticamente nulla: editore, redattore/staff, contenuto, destinazione di vendita (ma non occorre un genio per scommettere sulle edicole). Posso spendere due parole, perciò, sull'unico dato a mia disposizione: la copertina stessa. A prescindere dal formato, vuoi per colori/impaginazione, che ricorda abbastanza un vecchio Cioè (esiste ancora?), alcuni elementi saltano per primi all'occhio: la texture di un muro sulla destra (sinistra per chi guarda), richiamo fin troppo facile e scelto in almeno un quarto d'ora di acceso dibattito, titoli come (Fedez) contro il mondo o (Emis Killa) sempre arrabbiato, dimostrando subito un'associazione d'idee che identifica chi fa Hip-Hop (e in questo caso è chiaro che non esistono discipline, c'è solo la musica) con l'antagonismo e la rabbia, letture per definizione preconcettuali di un genere che nell'opinione comune vive di slogan, infine quelli più criptici come Guè è il più sexy! (qui viene chiarito il target di riferimento) e (Jax) Ora basta! (in questo caso, laddove si tratti di un'intimazione lanciata contro l'mc, ci toccherebbe essere d'accordo). Ora, fermo restando che gli artisti coinvolti non sono direttamente responsabili di quanto pubblicato, colpisce il modo in cui Mondo Hip Hop Speciale riassume una scena divenuta tendenza, sfruttando con precisione quasi chirurgica la maggior parte dei nomi saliti alla ribalta nell'ultimo paio d'anni o prima (Fedez, Moreno, Club Dogo/Guè, Emis Killa, Marracash, Jax, Fabri Fibra, fino a Salmo, Rocco Hunt e Clementino), dimenticandosi di proporre qualsiasi tipo di approfondimento (quantomeno così si deduce dai titoli) sull'altra faccia della Luna, ovvero l'underground, il palco, il writing, il beatmaking, i sample, la breaking, gli anni '80, i '90 e così via. Certo, Mondo Hip Hop Speciale non è (credo) una rivista Hip-Hop, non aspira ad esserlo né è una versione riveduta & corretta di Aelle e derivativi, ma forse proprio per questa ragione fotografa una generazione (senza generalizzare troppo) abituata a riconoscere meccanicamente l'Hip-Hop, senza riuscire a individuarne i confini, il carattere, le peculiarità, la storia. Il che risponde, attraverso un giro lungo e tortuoso, a chi si difende grossolanamente da accuse che finge di non capire (esempio), accusando i presunti accusatori di vivere ancora nel passato; ebbene, una volta per tutte, il problema non è se vendete, se andate in TV (magari a piangere...) e se siete belli, il problema è che avete scelto di sdoganare l'Hip-Hop corrompendolo, riducendolo ai minimi termini, semplificandolo e barattandolo con realtà che potrebbero benissimo chiamarsi Mondo Hip Hop Speciale, che guarda caso proprio sull'Hip-Hop non ha alcunché da dire.

Update

Ma allora Mondo Hip Hop Speciale esiste o no? Bella domanda; come detto sopra, non ne so molto e scrivo basandomi su un'immagine lanciata online, è del tutto possibile che, come suggerisce qualcuno, si tratti di un fake. Eppure il senso non cambia. Non cambia perché nel panorama attuale Mondo Hip Hop Speciale è un'ipotesi editoriale decisamente verosimile, che a seconda dei casi irrita o fa sorridere, però non stupisce. E non stupisce perché, se non siamo ancora arrivati a Mondo Hip Hop Speciale, poco ci manca. Il punto del discorso sta proprio lì: a certi livelli, l'Hip-Hop in Italia è diventato esclusivamente un fenomeno di quel tipo, una diramazione diretta della musica Pop edulcorata da qualsiasi contatto con il proprio passato. In altre parole, a preoccupare non è il fatto che una ragazzina sbavi sull'mc taldetali senza sapere cosa sia un mc, né che la massa non conosca affatto l'argomento di cui parla; a meno che ciò non diventi regola, invece che eccezione. E per di più col beneplacito di chi ritiene che l'Hip-Hop debba ridursi solo a un genere musicale.

6 commenti:

  1. Il problema è che basterebbe chiamare la loro roba con il giusto nome : "POP rappato". Ma invece si ostinano a usare la parola Hip Hop, diseducando la gente su cosa è vero e cosa no.

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  2. Siamo alle solite, e la disinformazione continua...poi ci chiediamo perchè incontriamo ragazzini tutti pieni d'attitudine so-called Hip Hop per strada, ma l'Hip Hop, ragazzi, è un'altra cosa. Che tamarrata pazzesca!!

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  3. Ma siamo sicuri che non sia un fake, questa rivista?

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  4. Onestamente? No, non ne siamo sicuri. Ma se lo fosse sarebbe ancora più clamoroso, perché una copertina del genere, paradossalmente, avrebbe senso nell'attuale panorama Hip-Hop italiano.

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  5. Non è un fake, è l'allegato di gennaio di una rivista per mongoloidi tredicenni dal nome di Pinky
    Insomma, una pubblicazione che non può trattare in modo serio alcun argomento, per statuto
    Lo speciale Shoah avrebbe in copertina Amon Göth al posto di Gue, per dire, e con la stessa scritta
    https://m.facebook.com/photo.php?fbid=613636998685124&id=126530117395817&set=a.481680008547491.101529.126530117395817&source=46&refid=17

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  6. il trash e le cose fatte male, il gossip,le oscenita' fanno sempre parlare di se... (specifichiamo IN ITALIA)
    quando uno tira fuori una rivista figa e fatta come si deve non ne parla nessuno...e finisce col chiudere

    a voi le giuste considerazioni...

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