giovedì 2 gennaio 2014

Best Hip Hop Albums of 2013: l'opinione della redazione

E' passato un altro anno molto soddisfacente a livello di uscite e prolifico per numero di recensioni che siamo riusciti a coprire, ed ora, come già facemmo un anno fa, è giunto il momento di raccogliere l'opinione dei nostri redattori per capire quali siano state nelle loro opinioni le migliori uscite del 2013. Volete saperne di più? Cliccate qui allora, e lasciateci anche le vostre sempre preziose idee attraverso la sezione commenti!

GABRIEL

1) Ka - The Night's Gambit
Artista con la A maiuscola, in grado di curare ogni dettaglio del suo disco in maniera autosufficiente. Dai beat alle liriche e persino i video ufficiali. "The Night's Gambit" è un viaggio nell'oscurità, dodici tracce di puro realismo attraverso le strade di Brownsville. Non rinnovarsi, riproponendo la stessa formula di "Grief Pedigree", non fa altro che confermare il suo stile unico.
2) The Godfathers - Once Upon A Crime
L'attesa è stata ampiamente ripagata, Necro e Kool G Rap tirano fuori un album con un elevato potenziale dinamitardo. Lo sfondo sonoro di Necro si amalgama benissimo al flow di Kool G, invecchiato al punto giusto ma ancora capace di dare lezioni alla scena.
3) Kanye West - Yeezus
Personaggio fastidioso, ma "Yeezus" si è dimostrata una piacevole sorpresa. Nessuno si aspettava una svolta del genere, produzioni che rimandano a suoni non ancora sperimentati nella scena mainstream. Lasciando da parte il narcisismo sempre più predominante attorno alla figura di West, voglio premiare questo disco per l'elevato numero di ascolti necessari ad assimilare a pieno il tutto. Storcete pure il naso...

BRA

Di nuovo nessun podio vero e proprio, bensì tre dischi (in ordine alfabetico per autore) che, magari per motivi differenti, più e meglio di altri hanno segnato l'annata appena trascorsa. Tra le uscite statunitensi, "Czarface" è forse quella più divertente, perché la chimica tra Inspectah Deck e 7L & Esoteric è squisita e si declina in barre affilatissime, beat ruvidi e trame avvincenti; ingiustamente sottovalutata, invece, la collaborazione tra Illogic e Blockhead, "Capture The Sun" è infatti un album intimo, umorale, simbiotico, il cui sound autunnale si sposa molto bene con le riflessioni sincere dell'mc; l'ennesimo team vincente è quello tra Killer Mike ed El-P, che in "Run The Jewels" combinano due stili diversi eppure complementari in un EP energico, ironico, irruento, ma non privo di episodi più intensi.

Tornando in Italia, "BrainStorm II" di Brain è la conferma di un talento sbocciato nella totalità dei suoi aspetti, tecnica e contenuti supportati da numerose partecipazioni di pari livello, una prova matura e incisiva; aggettivi che potrebbero descrivere anche "Slowfood", l'eccellente secondo disco solista di Paura, un progetto in perfetto equilibrio tra modernità e tradizione, introspezione, attitudine nerd e un po' di sana spacconeria; infine, "TrogloDigital" degli Smania Uagliuns sorprende per l'approccio originale, incline alla contaminazione, alla visionarietà e in senso lato allo spirito, ricorrendo spesso a un linguaggio Hip-Hop che scava nelle proprie radici.

THINK'D 

Top 3 World.
1) Swindle - Long Live The Jazz: il disco della felicità, tra Bass Music, Jazz e Soul.
2) Death Grips - Government Plates: no-sense Noise che puzza di freestyle.
3) Pretty Lights - A Color Map Of The Sun: se la multimedialità e la ricerca tecnica fossero presi in considerazione seriamente da più artisti, uscirebbero capolavori del genere.

Top 3 Italia.
1) Uochi Toki - Macchina Da Guerra: non ci sono commenti da fare.
2) Smania Uagliuns - TrogloDigital: mix di tradizionale e tecnologico anche e soprattutto negli argomenti, con originalità e musicalità, uno dei dischi più sottovalutati del 2013.
3) Millelemmi - Cortellaha: volendo utilizzare slang old school, fresh! (Toh, indovina il nome della label...).

MISTADAVE

La mia personale palma di disco dell'anno va ad un prodotto della mia amata Mello Music Group, che attraverso un album come "Gasface", firmato da Castle, mc/produttore proveniente dal North Carolina, mette in mostra ancora una volta il gusto dell'etichetta nella scelta di artisti originali, capaci di presentare del materiale privo di tracce da scartare e di osare attraversando i confini e i dettami delle regole del mercato, senza farsene un problema. Castle è creativo nei suoni tanto quanto nelle rime, sembra un attore a teatro per come recita le sue composizioni infarcendole di realtà e humour, gli undici pezzi di "Gasface" sono un composto unico, granitico, di gran classe, tutte caratteristiche che a mio parere lo rendono un classico di questi tempi.
Molto più vicino all'Hip Hop tradizionale è il disco che merita la seconda piazza, quel "KILLmatic" che ha segnato l'atteso ritorno dei Demigodz in forma allargata e sfrontata come sempre. Apathy è uno dei migliori mc's in circolazione e qui conferma pure di essere un produttore oramai di prima fascia per quanto riguarda l'Hip-Hop più classico, Celph Titled fa tornare indietro tantissime delle sue barre per sviscerarne il duplice significato e nel contesto si inseriscono bene Esoteric, Ryu e Blacastan (un pò meno Motive), che danno ulteriore consistenza a una crew già spessa di suo. Rima dopo rima, qui si spaccano fondoschiena a volontà e la produzione è di altissimo livello, non poco per un album di ben 16 tracce, che deve confrontarsi con prodotti simili i quali non hanno che metà degli episodi da tenere validi.
Esoteric fa incetta di premi da me assegnati e si aggiudica anche la terza piazza col progetto Czarface, assemblato assieme ad Inspectah Deck, un album che personalmente era un sogno datato finalmente divenuto realtà. Eso è in grande spolvero e caccia una strofa significativa dietro l'altra condendo il tutto di squisiti doppi sensi e giochi di parole intelligenti, Deck è semplicemente mostruoso (al contrario dei suoi lavori solisti) e l'interazione tra i due è veramente ideale, una chimica che funziona dall'inizio alla fine. Poi c'è il tappeto sonoro creato per la maggior parte da 7L, che fornisce alcuni tra i suoi migliori beat di sempre costruendo boom bap classici ed infettivi, traendo ispirazione da Premier (qui presente peraltro con un contributo che spacca) e da RZA, creando continui riferimenti a suoni di vent'anni fa che suonano tutt'ora fortissimi.

Honorable Mentions

Duole lasciare fuori lavori meritevoli se non altro di una piccola menzione, per cui eccoci qui, in grande sintesi, ad elencarne qualche altro. John Robinson e Kyo Itachi, uno dei produttori europei di maggior spessore, hanno tirato fuori uno dei dischi più sottovalutati dell'anno con "The Path Of Mastery", ben fornito di rime di alto livello e beat creati con grande fantasia musicale; Awon & Phoniks si sono improvvisati coppia per dare alla luce "Back To The Golden Era", un brutale viaggio dentro alle difficoltà della vita nel ghetto premiato da un comparto sonoro più duro del freddo di New York a dicembre; L'Orange & Stik Figa, infine, tengono alta la bandiera della Mello Music Group con un disco prodotto in maniera nientemeno che eccellente, scovando suoni dagli anni trenta per un oscuro tragitto di fantasia all'interno di un mondo sotterraneo molto ben raccontato da un mc profondo e riflessivo come Stik Figa. E' uscito tardi, ma lo troverete recensito al nostro prossimo aggiornamento.

CAZZA

1) Thaione Davis - The Joys Of Life & Pain
La poliedricità del rapper di Chicago e la sua capacità di restare, sempre e comunque, profondamente underground, rendono "The Joys Of Life & Pain" uno dei migliori prodotti di questo più che prolifico 2013. La solidità delle produzioni musicali, in parte prodotte dallo stesso Thaione, e le rime complesse e sempre dal contenuto profondo, non fanno altro che dare una completezza sopraffina all'album dell'anno.
2) The Doppelgangaz - Hark
Giunti al loro terzo album ufficiale, i Doppelgangaz raggiungono la tanto agognata perfezione, musicale e di stile, e lo fanno con atmosfere molto scure, selvagge, condite da sonorità a volte tese e metalliche, altre molto più calde e coinvolgenti, sempre e comunque legate dal minimo comune denominatore di essere fatte appositamente per il sottosuolo del Rap. "Hark" è un album studiato e contemplato in ogni minimo particolare, con risultati invidiabili.
3) R.A. The Rugged Man - Legends Never Die
Su R.A. c'è poco da dire che non sia già stato detto o tramandato da leggende più o meno vere del Rap biz, ma ciò che "Legends Never Die" conferma è l'incredibile capacità del rapper newyorkese di sparare rime infuocate, dal senso profondo e dal flow impeccabile. L'ultima fatica conferma inoltre una migliorata capacità nella selezione delle rime e una sempre maggiore credibilità da parte di colleghi e addetti ai lavori. Il limite è il cielo.

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