venerdì 21 febbraio 2014

Sull'Hip-Hop al Festival della Canzone Italiana di Sanremo

Anche se non lo guardi, non lo segui e non sai neppure chi c'è in gara, in qualche modo ti ritrovi a parlarne. Magari solo per dire: io non l'ho visto, è una merda... Cosa? Ma il Festival di Sanremo, ovviamente. E quest'anno, almeno per noi del settore, l'argomento veniva servito su un piatto d'argento, dato che in gara c'erano Frankie Hi-NRG MC (sezione Campioni) e Rocco Hunt (sezione Nuove Proposte), mentre sul palco dello spin off Casa Sanremo salivano gli Smania Uagliuns. Mettiamo allora subito qualche paletto per non sforare in ambiti che non ci riguardano: anzitutto del Festival in quanto tale non ce ne frega assolutamente niente, di detrattori/critici ne trovate quanti volete e lasciamo volentieri a loro l'onere di spendere (tante) chiacchiere su una manifestazione arrivata al 64esimo anno di vita; il secondo argomento da evitare come la peste è la difesa di quello che per noi si chiama sampling, non plagio, perché a casa nostra campionare "Golden Hen" di Tenor Saw è del tutto legittimo (però se pensi che nessuno te lo farà notare sei un folle, soprattutto quando ci sono già cascati i Sottotono rimettendoci un'intera carriera); infine, appunto, l'Hip-Hop a Sanremo c'è stato diverse volte e in diverse forme, perciò non serve sgranare gli occhi ogni anno e gridare all'eresia contro chi decide di parteciparvi, se è consapevole del rischio che corre. Veniamo quindi alle questioni più interessanti: com'è andata? Purtroppo non ho visto gli Smania, quindi mi limiterò a spendere due parole su Frankie e Rocco. Il 45enne Di Gesù secondo me ne è uscito davvero male, imbolsito, arrugginito al microfono e un po' goffo nei panni di chi crede di fare l'alternativo con giacca, t-shirt e sneakers, peraltro con un brano (ho ascoltato solo "Pedala") fiacchissimo e prossimo al ridicolo nella sua spicciola metafora ciclistica, esibendo una metrica oramai congelata nel passato: non rappresenta più l'Hip-Hop e, nostro malgrado, ne ha proposto un'immagine patetica; peccato. Rocco, invece, pur palesando un'emozione visibile, ha tenuto il palco con mano ferma, sorridendo sempre, interpretando nel vero senso della parola un testo che, piaccia o meno e retorica a parte, gli è consono e non si allontana da quanto offre di solito, la sua è stata una prova apprezzabile e di fatto apprezzata, consentendogli il passaggio del turno grazie a una fan base molto attiva e che di certo cercherà di farsi sentire anche stasera (al contrario, Frankie è momentaneamente ultimo in classifica dietro un dinosauro di nome Ron - e non mi stupisce). Contenti a metà, dunque? Francamente no. Rimango dell'idea che, nel rispetto delle singole scelte artistiche e professionali, portare l'Hip-Hop a Sanremo sia un po' contro natura (lasciatemi passare l'orribile terminologia), perché incitare il gessatissimo pubblico dell'Ariston e in generale quello di Rai Uno equivale a tentare di coinvolgere mia madre (classe '48) a seguire una forma espressiva che non riesce neppure a considerare musica. Mi spiace, ma non funziona. Su quel palco lì (e su tanti altri, sia chiaro) l'Hip-Hop era, è e sempre sarà un alieno che, nella migliore delle ipotesi, suscita curiosità. Perché questa roba qui non è fatta per tutti, nonostante pare abbia attecchito laddove qualche anno fa non riusciva; perché il pubblico generalista italiano non percepisce differenze sostanziali tra Jovanotti, Fabri Fibra ed Ensi; perché se per la cosiddetta musica leggera è ammissibile un giudizio di puro istinto basato su qualità canore ed orecchiabilità, non altrettando si può dire per l'Hip-Hop, genere a sé per radici, storia, percorso e linguaggio. Altrimenti finisce tutto in quel calderone gigantesco che è il Pop - e lì sì che sono cazzi amari...

UPDATE:
Complimenti a Rocco Hunt per la meritata vittoria.

5 commenti:

  1. Mi sento di dissentire. Il brano di Rocco Hunt è patetico, retorico e stupido come non mai, è impressionante come questo giovane si stia bruciando nel giro di pochissimi anni. Al contrario, Frankie sarà anche invecchiato, ma nella mediocrità generale lo preferisco. Forse perchè, fondamentalmente, ritengo l'hip-hop un genere che ha fatto ampiamente il suo tempo.

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  2. Quoto, soprattutto le ultime parole riguardo all'incompatibilità tra Sanremo e l'hip hop. Peraltro è significativo il fatto che un rapper riesca a vincere Sanremo solo nel momento in cui propone un pezzo la cui retorica può essere capito da persone/media/stampa e inglobato nel loro solito modo di raccontare le cose. Senza nulla togliere a Rocco Hunt, che come dici ha fatto una cosa coerente con il suo percorso, un tentativo pure coraggioso (considerando il livello della pressione, la sua giovane età e il fatto che da quel palco è molto più facile attirare critiche che altro)

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    1. Esatto. Mi piacevano i primi brani di Rocco Hunt, soprattutto quelli in cui rappava in napoletano/salernitano. E' molto bravo tecnicamente e, soprattutto, ha un approccio molto maturo. Purtroppo sembra che, per un artista/musicista che venga dal sud, l'unico modo per avere successo è parlare dei problemi della sua terra, oppure giocare molto sugli stereotipi "trash" legati a quella porzione d'Italia. Pare che non ci sia niente da fare... Per quello che riguarda Frankie, ho ascoltato anche il brano che è stato "eliminato" e sì, quello era davvero patetico. E sono d'accordo con Bra anche sull'incompatibilità tra Sanremo e l'hip-hop, a tratti è davvero imbarazzante vedere un rapper su quel palco, al di là della qualità della musica proposta.

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  3. Ebbe più senso la presenza di Dj Stile ai tempi di Tiromancino con Strade, o quella di Bassi con Syria! L'hip hop è qualcosa che può influenzare praticamente tutto, quindi come elemento "aggiuntivo" ci sta, ma non tanto per il rap, quanto per la musica.

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